La giusta misura è nel qb

Quanta acqua metto nell’impasto?
Quanta terra?
Quanta sabbia?
Nei nostri corsi, al momenti di creare le miscele per gli intonaci con le terre locali, arrivano sempre queste domande, che sono normali per chi non ha mai realizzato una malta e si sta chiedendo come fare.
Tuttavia, da sempre, noi a queste domande non abbiamo risposte se non “quanto basta”.
Già perché quando lavoriamo con i materiali locali, le terre in questo caso, ogni volta dobbiamo trovare la miscela giusta perché ogni terra è diversa e quindi a seconda del lavoro che ci apprestiamo a fare (un intonaco di fondo sui mattoni? O un intonaco su balle di paglia? O ancora un intonaco di finitura su un muro esistente?) le proporzioni tra gli ingredienti sono diverse.
Dosi ed ingredienti
La terra è formata di diverse parti come raccontavamo qui, per cui ogni volta dobbiamo prima di tutto sapere con che cosa abbiamo a che fare. Poi, capita la nostra materia di partenza dobbiamo, come anticipavamo prima, chiederci dove e a che scopo vogliamo usare questa materia e a quel punto troviamo le dosi necessarie.
Se, con i leganti che compriamo nei rivenditori edili, come la calce e il cemento, sappiamo ad esempio che per un intonaco ci atteniamo ad una miscela di 1:3 (1 parte di legante e 3 di inerte) con la terra la dose cambia in ogni cantiere.
Così il qb, quando basta è la risposta più giusta che noi possiamo dare per rispondere alle domande iniziali, unita ovviamente a tutta una serie di indicazioni per trovare la giusta miscela (cosa che non faremo in questo post).
La nascita del logo
Per la ricorrenza di queste domande e anche per la prospettiva obbligata che queste domande ci richiedono di avere (analizzare il contesto, domandarci con cosa ci relazioniamo e solo allora trovare le risposte) abbiamo pensato che questa misura, quella del qb, rappresentasse bene il nostro approccio all’edilizia e quindi il nostro stare in cantiere.
Perché non abbiamo una modalità di lavoro standardizzabile come spesso avviene con i materiali più comuni e industriali, siamo artigiani che di volta in volta si misurano con le esigenze specifiche del luogo e delle persone che in quel luogo ci lavorano o vorranno viverci, per cui per quanto impegnativo, questa misura caratterizza il processo costruttivo, la fase di cantiere che vivremo insieme a chi ci chiama per costruire la sua casa.
La misura della sostenibilità
Lavorando con i materiali naturali il tema della sostenibilità dell’abitare è frequente e onnipresente.
La logica del qb ci aiuta anche quando con i committenti e i progettisti definiamo gli interventi da fare. Esattamente come per le miscele che facciamo con la terra locale sappiamo che non esiste una sola via per “costruire in modo sostenibile”, si tratta di trovare la giusta misura, ogni volta. Questa misura spesso non è la migliore in assoluto, piuttosto la migliore attuabile in quel posto rispetto alle risorse materiali ed immateriali di cui le persone coinvolte dispongono.
Per questo motivo accogliamo ben volentieri soluzioni ibride in cui materiali convenzionali e naturali dialogano tra loro: non siamo mai stati dei puristi e sosteniamo volentieri tutti gli sforzi per “ridurre il danno” anche nella consapevolezza di essere lontani dalle soluzioni ideali e le preferiamo a tutte quelle volte in cui invece si rinuncia a fare le cose per bene perché non si possono fare “tutte” bene.
Qual è la tua giusta misura?
Non potevamo non chiedertelo e non concludere facendoti la stessa domanda.
Quanta terra vuoi/puoi mettere nella tua casa?
Quanti e quali materiali naturali puoi/vuoi usare?
E quanto tempo vuoi/puoi investire nel tuo cantiere lavorandoci in prima persona?
Se vuoi ragionarci con noi, qui trovi una possibile soluzione.
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