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Pubblicato il: 7 Maggio 2021

L’anatomia di un buon corso, secondo noi

L’anatomia di un buon corso, secondo noi

La nostra avventura con i materiali naturali è iniziata nell’ambito della formazione e dell’educazione e se hai già letto la nostra pagina chi siamo lo sai. Riflettere sui corsi, che siano sulle case in balle di paglia, sugli intonaci in terra cruda o più generici sull’uso dei materiali naturali, per noi è quindi una deformazione professionale.
In questo post parliamo dell’anatomia di un buon corso, ovvero quali sono gli ingredienti essenziali che rendono un corso un buon corso.

Imparare facendo

Quando progettiamo e strutturiamo i corsi, che siano online o dal vivo, non ci limitiamo a parlare di un argomento che conosciamo, pensiamo piuttosto come proporre esperienze che si basino sul fare. Per noi è centrale infatti che quello che viene detto trovi una dimensione pratica di sperimentazione che aiuti e facili l’apprendimento. In questo modo i corsi diventano non semplici trasmissioni di saperi ma vere possibilità di costruzione di conoscenze.

Fare domande

Nell’ottica quindi di processi a più direzioni quello che conta non è tanto dare delle risposte, ovvio che ci sono anche quelle, quanto più stimolare domande. Ci piace attraverso i corsi quando le persone hanno la possibilità di ampliare lo sguardo e farsi le giuste domande. E con giuste non intendiamo qualcosa di universalmente giusto quanto più giusto per quella persona. Ognunə di noi, a seconda dei momenti che sta vivendo e delle situazioni che sta / vuole / deve affrontare ha bisogno di informazioni e apprendimenti specifici, farsi le giuste domande aiuta a soddisfare i nostri bisogni specifici.

Sbagliando si impara

Una buona sperimentazione, sempre secondo noi, dovrebbe mantenere un margine d’errore, uno spazio insomma in cui si prova a fare quello che ci sentiamo. Non è vero in assoluto che sbagliando si impara: perché l’errore sia pedagogico è importante poter sperimentare in un ambiente protetto e aver modo di ripensare all’esperienza per capire cosa ha funzionato e cosa si può migliorare. Proprio questo spazio di errore con annessa riflessione è quello che permette ai corsi sulle case di paglia, ad esempio, di diventare realmente un’occasione di apprendimento.

Capire il processo

Ognuno dei punti sopra ci porta qui.
Capire il processo è l’ultimo ma non ultimo degli aspetti che un buon corso dovrebbe avere. Entrare nel processo e capirlo non è semplicemente conoscere il metodo. Per noi un buon corso deve aiutarti ad apprendere come fare, per aiutarti a trovare la declinazione migliore di quel fare nel tuo caso specifico. Ogni cantiere ha infatti esigenze diverse: un corso che ti insegna a costruire una casa di paglia oltre a fornirti un metodo dovrebbe aiutarti a capire quali sono le fasi essenziali così che tu possa tradurre quegli apprendimenti anche anche nella tua realtà.

Ripeti e ripeti ancora

Quello che consolida il tutto è la ripetizione. Ripetere l’esperienza, anche in contesti diversi, ci aiuta a conoscere sempre meglio il processo, ad affinare la nostra abilità di farci domande – e trovare risposte, fare errori – e risolverli, continuare ad imparare facendo.

Questi sono per noi gli ingredienti essenziali di un buon corso, questo è quello che mettiamo in tutti i nostri corsi che proponiamo.
I nostri corsi online attivi li trovi qui e di quelli in presenza invece ne parliamo qui.


Ti è venuta voglia di partecipare ad un corso? 🙂

Sara